La splendida murena favo, Gymnothorax favagineus
GIORNO 1
Iniziamo il nostro viaggio tra gli atolli maldiviani dalla capitale, Male. La prima immersione la effettuiamo pochi minuti dopo essere usciti dal porto, nei pressi di un’azienda di trasformazione del pescato. Il posto è fortemente antropizzato ed impattato, e il fondo detritico è coperto di scarti di pesce; proprio questa situazione però attira e concentra grandi quantitativi di pesci che approfittano degli avanzi trovati sul fondale.
I pesci più presenti sono le murene, appartenenti a ben cinque specie differenti, e spesso così dense da condividere tra loro le poche tane a disposizione. Ben sei esemplari, appartenenti a tre specie diverse, fanno capolino da uno stesso masso! Tra le specie più frequenti figurano la murena gigante, Gymnothorax javanicus, e soprattutto la splendida murena favo, Gymnothorax favagineus.
Impressionante anche la quantità, stazza e confidenza di grandi trigoni, lunghi oltre due metri, appartenenti a due specie differenti: Taeniura meyeni, di colore bianco, marezzato di macchie scure, e Megatrygon microps, il più abbondante e curioso, con il dorso uniformemente bruno chiaro. Questi grossi animali volteggiando con eleganza nella colonna d’acqua, e planano leggeri lungo il fondale senza curarsi della nostra presenza. Un ottimo inizio!
Un grande maschio di squalo nutrice Nebrius ferrugineus pattuglia il fondale di Alimathà con il favore del buio
GIORNO 2
Tra i protagonisti a mio parere più impressionanti degli ambienti sommersi maldiviani figurano gli eleganti squali nutrice Nebrius ferrugineus. Totalmente incuranti dei subacquei, durante le ore notturne pattugliano in gran numero le vaste patch di sabbia bianchissima comuni lungo i reef maldiviani, alla ricerca di prede (invertebrati e pesci bentonici).
Qui un grande maschio fotografato davanti alle coste di Alimathà, nell’atollo di Vaavu, dove questi squali sono stanziali e particolarmente abbondanti!
Nella stessa zona sono poi comuni gli enormi trigoni Megatrygon microps, anch’essi concentrati sulla caccia e disinteressati alla presenza dei sub.
Lo squalo più frequente alle Maldive, Carcharhinus amblyrhynchos
GIORNO 3
A proposito di squali, nelle pass degli atolli, dove l’acqua si incanala generando forti correnti, è praticamente scontato l’incontro con numerosi esemplari di squali grigi, Carcharhinus amblyrhynchos, che pattugliano incessantemente il bordo esterno del reef. A volte questi animali formano anche piccoli banchi di una decina di esemplari.
Spesso gli squali grigi condividono la zona di caccia con banchi di carangidi, velocissimi tonni Gymnosarda unicolor, e più piccoli squali pinna bianca, Triaenodon obesus, che tendono però a stare più vicini al fondale.
Più vicine al reef nuotano anche le leggiadre aquile di mare, spesso organizzate in piccoli banchi, mentre un poco più al largo, le correnti ricche di plancton attirano grandi animali planctofagi, come mante e mobule (Mobula spp.), che nuotano a bocca spalancata convogliando i piccoli organismi planctonici verso i propri archi branchiali.
I granchi fantasma Ocypode cordimanus corrono rapidissimi e quasi invisibili sulla battigia
GIORNO 4
All’interno del reef, le correnti accumulano talvolta quantitativi di sabbia sufficienti per creare strette lingue di sabbia, che solo occasionalmente raggiungono dimensioni adeguate ad ospitare vegetazione e diventare vere e proprie isole. Sulla sabbia bianchissima si osservano spesso dei grossi buchi, che indicano gli sbocchi delle profonde tane dei criptici e velocissimi granchi fantasma Ocypode cordimanus! Questi animali sono perfettamente adattati ad una vita passata quasi interamente all’asciutto, e sono tra i primi e più abbondanti colonizzatori delle spiagge maldiviane.
Tra i detriti che formano la spiaggia, sono frequenti belle conchiglie, strisce di minuscole e delicatissime teche di ricci irregolari, e abbiamo anche la fortuna di osservare una mascella di pesce pappagallo; questi pesci, con la loro alimentazione a base di alghe simbionti dei coralli o cresciute su scheletri di coralli morti, sono tra i principali artefici delle spiagge coralline: con il loro becco robusto grattano infatti il carbonato di calcio che costituisce lo scheletro dei coralli, e lo espellono insieme alle feci sotto forma di sabbia finissima.
Insomma, è anche grazie alla cacca dei pesci pappagalli, se possiamo godere delle belle spiagge tropicali!
Un giovanile di pesce volante brevemente raccolto tra gli organismi planctonici attratti dalla luce della barca
GIORNO 5
Durante le serate passate in rada, a poppa della barca viene acceso un potente faro rivolto verso la superficie del mare. Lo scopo è quello di aggregare il plancton, attratto dalla luce, nei pressi della barca, e in questo modo invitare le mante o i grandi squali balena ad avvicinarsi a loro volta. Ma a dire la verità, anche il plancton stesso rappresenta un grande motivo di interesse!
Ad esempio, noi siamo riusciti ad osservare gamberetti misidiacei, policheti, piccole meduse, e perfino snelli e rapidissimi chetognati. Sono risultati abbondanti anche granchi in quella che è la loro ultima fase larvale planctonica prima di scendere sul fondale e metamorfosare: la megalopa.
Tra gli organismi più grandi abbiamo osservato anche giovanili di diversi pesci, tra cui uno splendido pesce volante lungo un paio di centimetri!
Pesci soldato Myripristis murdjan trovano riparo durante il giorno tra le fitte ramificazioni di un grande corallo nero
GIORNO 6
I reef maldiviani non sono in genere particolarmente floridi: non sono strutturati e imponenti come quelli del Mar Rosso, o complessi e ricchi di biodiversità come quelli del Sud-Est Asiatico. Di conseguenza, anche gli invertebrati vagili non sono abbondanti e non mostrano grande diversità.
Ciononostante, i pendii corallini delle Maldive ospitano comunità piuttosto interessanti, come ad esempio distese di coralli verdi Tubastrea micrantha, ampie patch di coralli molli del genere Sarcophyton, vaste estensioni di roccia coperta dai corallimorfari del genere Discosoma, e foreste di grandi colonie di coralli neri Antipathes grandis, somiglianti a densi cespugli alti oltre due metri!
Tra le ramificazioni dei coralli si affacciano piccoli pesci falco, in paziente attesa del passaggio di una preda, e trovano rifugio i notturni pesci soldato, che attendono il calare delle tenebre per uscire allo scoperto. Le pareti a strapiombo e gli anfratti sono invece colonizzati da coralli molli viola o arancioni del genere Dendronephtya, e da belle gorgonie multicolori.
Una bella colonia dell’idrozoo pleustonico Porpita porpita
GIORNO 7
Camminando sulla battigia, dove l’acqua trasparente incontra la spiaggia bianchissima, le Maldive regalano altri incontri emozionanti. Dall’oceano arrivano bellissime colonie dell’idrozoo pleustonico (qui un approfondimento!) Porpita porpita.
Un polipo centrale origina una zattera circolare, sotto la quale pendono gli altri individui, simili a tentacoli estesi nella corrente. Dopo mesi in mare aperto, giunte al termine del loro ciclo vitale, piano piano le colonie si spiaggiano, spiccando come stelle blu in un cielo bianco.
E in uno dei pochissimi punti in cui la scarna vegetazione terrestre raggiunge il mare, ecco che spunta un incredibile giovanile di pesce pipistrello, che sfrutta la sua impressionante somiglianza con una foglia secca per sfuggire all’attenzione dei predatori!
Un pesce trombetta Aulostomus chinensis si rende criptico nel banco di lutianidi Lutjanus kasmira per avvicinarsi non visto alle prede
GIORNO 8
Il pesce trombetta, Aulostomus chinensis, si nutre di piccoli invertebrati bentonici, che cattura con una peculiare strategia: si nasconde in mezzo ad altri pesci con differenti abitudini alimentari, che quindi non stimolano una reazione di fuga nelle sue potenziali prede, per avvicinarsi a sufficienza e catturarle con un rapido risucchio!
In questo caso, il pesce trombetta è nascosto in un banco del lutianide Lutjanus kasmira, forse il pesce più comune alle Maldive, e per perfezionare la sua tattica ha cambiato colore, abbandonato i tipici toni di grigio della sua livrea in favore di una certamente più criptica colorazione gialla!
Due esemplari del pesce chirurgo Naso hexacanthus mostrano l’incredibile variabilità di livrea
GIORNO 9
A proposito di pesci che cambiano colore…l’ultima curiosità zoologica che ci regalano le Maldive è rappresentata dal pesce chirurgo Naso hexacanthus: questo animale è in grado di passare da una livrea molto chiara, sui toni dell’azzurro (come l’esemplare a sinistra nella foto) ad una scura, bruna sul dorso e gialla sul ventre (come l’esemplare a destra) nel giro di un paio di secondi!
La livrea chiara l’ho notata spesso durante escursioni in acque libere o durante soste alle stazioni di pulizia, mentre quella scura immagino favorisca il criptismo negli anfratti o alla base di pareti coralline; talvolta, spaventando accidentalmente esemplari chiari fermi a farsi pulire dai parassiti, li ho visti virare immediatamente alla livrea scura e proteggersi in cavità del reef!